📘 Dalla carta agli schermi
C’è stato un tempo in cui comunicare senza voce significava affidarsi a tabelle statiche, quaderni delicati, strumenti ingombranti.
Oggi, invece, basta un tocco sullo schermo per aprire una finestra di possibilità.
Le app di comunicazione non sono semplici programmi: sono diventate un modo nuovo di interagire con il mondo, un ponte tra il pensiero e gli altri, una voce digitale che accompagna la persona ovunque vada (o quasi).
“O quasi” perché, proprio come accade nella vita di tutti i giorni, un tablet può scaricarsi, uno smartphone può essere dimenticato, o semplicemente non essere disponibile in un dato momento.
Ma questo non toglie nulla al valore della possibilità che offrono.
📜 Prima delle app: l’era cartacea
La CAA si è sviluppata per offrire alle persone con paralisi cerebrale infantile con complessi bisogni comunicativi una possibilità per entrare in relazione con il mondo. In passato si tendeva a interpretare le difficoltà comunicative come segnali di una limitata capacità espressiva o cognitiva.
Con il tempo questa visione è cambiata e hanno iniziato a diffondersi i primi strumenti cartacei e fisici: dalle tabelle di comunicazione ai pannelli trasparenti con l’alfabeto (chiamati Etran — ne ho parlato anche in questo articolo).
Sebbene questi strumenti siano stati una rivoluzione nella vita di molte persone, la tecnologia ha portato la comunicazione a un livello completamente nuovo.
I limiti dei materiali cartacei erano evidenti:
- 📄 Fragilità: bastava poco per rovinarli e renderli inutilizzabili.
- 🛠️ Modifiche lente: ogni aggiornamento richiedeva tempo e una nuova stampa.
- 📚 Poche possibilità comunicative: lo spazio fisico limitava ciò che si poteva inserire.
- ⏳ Molto lavoro di preparazione: servivano tempo, risorse e competenze grafiche.
Da questi limiti — e dalla determinazione di chi voleva di più — è nata la trasformazione successiva, che ha aperto la strada ai primi dispositivi dedicati alla comunicazione e, con il tempo, alle app.
Prima di passare oltre, è importante ricordare che la CAA è nata soprattutto per rispondere alle esigenze comunicative delle persone con paralisi cerebrale infantile, ma oggi sostiene tutte le persone con complessi bisogni comunicativi, indipendentemente dalla diagnosi o dall’età.
📱 L’arrivo delle app: una rivoluzione silenziosa
Dal cartaceo si è passati ai dispositivi hardware dedicati e, solo con l’avvento di smartphone e tablet, alle vere e proprie app di comunicazione.
La tecnologia ha reso la comunicazione:
- 🌍 più accessibile
- ✨ più dignitosa
- 💸 più sostenibile
- 🧭 più autonoma
- ⚡ più personalizzabile
- 🔗 più integrata con la vita digitale
- 🎙️ più espressiva grazie alla voce sintetica o personalizzata
Un cambiamento che ha dato a molte persone nuove possibilità e un nuovo modo di comunicare.
🧩 Le categorie di app di comunicazione
Oggi esistono molte app diverse, progettate per adattarsi alle capacità e alle preferenze della persona.
Tra le principali categorie troviamo:
- ✏️ App basate sul testo
- 🔄 App ibride (testo + simboli)
Molte includono predizione intuitiva, accessi alternativi, registrazioni personali, voci naturali e persino la possibilità di ricreare digitalmente la propria voce attraverso banche vocali.
🔎 Un breve sguardo ad alcune app
Tra le app più conosciute nel panorama della comunicazione aumentativa, si possono citare:
- TD Snap: app molto diffusa che permette di comunicare con simboli o testo, altamente personalizzabile. Consente anche l’accesso e l’uso ad altre funzioni di controllo ambientale (es. telecomando della TV) o di altre app (es. Youtube).
- Grid 3: soluzione versatile e flessibile, compatibile con accessi alternativi.
- Proloquo4Text: ideale per chi comunica principalmente con il testo e desidera una predizione veloce.
- Assistente vocale CAA: tastiera intuitiva che permette di organizzare categorie e frasi pre-salvate.
✨ Focus: Capisciame
Ci tengo a citare una nuova app, Capisciame.
Ho conosciuto questo progetto in due occasioni:
- 📍 Handimatica 2024 (Bologna)
- 📍 ISAAC Italy 2025 (Roma)
All’inizio era un’idea in via di sviluppo; oggi, grazie all’impegno del suo ideatore, è diventata una vera e propria app.
Ciò che mi ha colpita è il suo approccio innovativo:
invece di riprodurre un testo pre-salvato, Capisciame riconosce la voce della persona con complessi bisogni comunicativi e la restituisce in modo più fluente e comprensibile.
Non sarà l’ultima volta che ne parlerò perché merita uno spazio dedicato per approfondirne la storia e le possibilità.
💛 Non solo tecnologia, ma possibilità
Dietro ogni app non c’è un dispositivo, ma una persona che cerca un modo per esprimersi.
E quando una tecnologia permette a qualcuno di dire ciò che pensa, sente o desidera, allora non è più un’app — è una possibilità.
Una voce che resta con te, ovunque tu vada (o quasi).


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